Invece di avere a che fare con una singola famiglia (che, anche se benestante, può attraversare periodi difficili) si ha a che fare con tre o più nuclei famigliari: la natura "in solido” del rapporto farà sì che, qualora uno degli affittuari dovesse avere dei problemi, gli altri lo porteranno a farsi sostituire da qualcun altro che riesca a gestire le obbligazioni economiche prese.

A differenza delle locazioni a breve termine, che richiedono molto impegno da parte del proprietario (o in alternativa comportano il coinvolgimento di un operatore esterno, spesso costoso), qui l'attività del locatore è limitata a dover gestire eventuali interventi tecnici, se in casa si verificasse qualche malfunzionamento. In pratica si incassa la locazione facendo poco o nulla.
Inoltre, data la natura “in solido” del contratto, non ci sarà necessità di gestire le stanze e le dinamiche interne degli inquilini: eventuali problematiche di convivenza tra i conduttori verranno risolte internamente dal gruppo di inquilini stesso.

La proprietà viene locata senza soluzione di continuità e rimane affittata a lungo, se questa è la volontà del locatore: i conduttori tendono ad avvicendarsi con uno-due subentri di persone nuove all’anno ed il risultato è un rendimento netto, costante nel tempo.

Il proprietario gode in primis del regime fiscale della cedolare secca (andando a locare direttamente a persone fisiche) che rispetto ad una fiscalità standard gli fa risparmiare circa il 25-30% di tasse. Ma non solo: visto che non ci sono intermediari, si avvantaggia anche della marginalità che molte società di gestione terrebbero per loro, ottenendo quindi il massimo rendimento dal canone di locazione.

A dispetto di quanto si possa pensare, il contratto 4+4 non è affatto rigido ma, al contrario, consente una buona flessibilità contrattuale anche nel caso di regime fiscale di cedolare secca.
Il proprietario può rientrare in possesso dell’appartamento con tempi precisi, senza dover imbarcarsi in vincoli contrattuali apparentemente semplici ma in realtà complessi e, soprattutto, giurisprudenzialmente poco robusti, come quelli transitori. Contratti che, ricordiamo, in una città come Milano, NON SONO AMMESSI a canone libero, ma solo a prezzi approvati dai sindacati di categoria, quindi molto minori a quelli di mercato.